Quando è possibile chiedere il prepensionamento
Quando è possibile chiedere il prepensionamento

Quando è possibile chiedere il prepensionamento

Andare in pensione in anticipo, prima di raggiungere età anagrafica e contributiva per accedervi “naturalmente”, può essere una necessità dettata da diverse cause. Per questo motivo l’accesso alla pensione pubblica, in Italia, prevede una serie di requisiti e formule che consentono di chiedere il prepensionamento.

In questo articolo vediamo le diverse opportunità offerte, da Quota 102 all’APE sociale, passando per Opzione donna, analizzando i requisiti per accedere alle diverse forme di prepensionamento.

Vedremo, infine, un’opportunità aggiuntiva per chi è iscritto a una forma di previdenza complementare quale è il Fondo Telemaco: la rendita integrativa temporanea anticipata (RITA).

Prepensionamento: quali possibilità?

Come anticipato, sono moltissimi i motivi per cui un lavoratore o una lavoratrice potrebbe avere necessità o desiderio di andare in pensione in anticipo rispetto alla naturale maturazione della pensione di anzianità

Ricordiamo che fino al 2024 permane la possibilità di andare in pensione:

  • a 67 anni di età anagrafica;
  • con un minimo di contribuzione pari a 20 anni.

Queste pensioni dovranno tuttavia essere integrate al minimo a carico dei lavoratori pensionandi, quindi se l’assegno pensionistico risulta inferiore all’importo minimo (per il 2022 pari a 524,35 euro), il pensionato non avrà diritto all’integrazione per giungere a tale importo. In assenza di questa possibilità, ricordiamo che l’età pensionabile è pari a 67 anni e 3 o 4 mesi.

Detto questo, vediamo quali sono tutte le altre opportunità di anticipare il momento del pensionamento, quali sono i requisiti necessari e l’importo dell’assegno percepibile.

1. Quota 102

Valida fino al termine del 2022, vista la necessità di approvare la Legge di Bilancio a ridosso dell’insediamento del nuovo governo, Quota 102 potrebbe trovare applicazione ancora per tutto il 2023.

Per accedervi occorre avere:

  • 64 anni di età anagrafica;
  • 38 anni di contributi.

Si tratta di due requisiti minimi che devono sussistere contemporaneamente.

2. Pensione anticipata

Parliamo della possibilità di andare in pensione con 5 mesi di anticipo rispetto all’età contributiva normalmente prevista. 

Dunque ci si può ritirare a:

  • 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva per gli uomini;
  • 41 anni e 10 mesi per le donne.

Senza questa possibilità, gli anni di contributi necessari per andare in pensione (indipendentemente dall’età anagrafica), sono pari a:

  • 43 anni e 3 o 4 mesi per gli uomini;
  • 42 anni e 3 o 4 mesi per le donne.

3. APE sociale

Questa opportunità di pensionamento anticipato spetta a disoccupati, caregiver (chi si occupa da almeno 6 mesi di una persona non autosufficiente) e lavoratori con invalidità pari o superiore al 74%

I requisiti per accedervi sono i seguenti:

  • 63 anni di età anagrafica;
  • 30 anni di contributi.

L’APE sociale riguarda anche chi esercita uno dei lavori considerati gravosi, che potranno richiederla con:

  • 63 anni di età anagrafica;
  • 36 anni di contributi.

4. Lavoratori precoci

Si tratta di un’opportunità riservata a chi ha iniziato a lavorare in giovanissima età. Per poter fruire di condizioni del tutto analoghe a quelle offerte per l’APE sociale, questi lavoratori devono avere 12 mesi di contribuzione effettiva maturata prima del compimento dei 19 anni di età.

Rispettando tale condizione, possono accedere alla pensione con 41 anni di contribuzione. L’opzione è valida fino al 31 dicembre 2026.

5. Opzione donna

Fino a tutto il 2022, e plausibilmente anche per il 2023, è attiva Opzione Donna, la possibilità di pensionamento anticipato riservato alle lavoratrici che riconosce loro il maggior impegno di cura in ambito familiare profuso per bambini, anziani e familiari con disabilità.

L’opzione consente di andare in pensione, con il calcolo interamente contributivo (dunque con una penalizzazione economica, come vedremo), con:

  • 58 anni di età per le lavoratrici dipendenti (59 per le autonome);
  • 35 anni di contributi.

Ricordiamo che il calcolo contributivo, basato esclusivamente sui contributi versati nel corso dell’intera vita lavorativa, genera un assegno più basso rispetto a quello che si avrebbe con il sistema misto. In quest’ultimo caso, infatti, l’importo dell’assegno viene calcolato in parte con il metodo contributivo e in parte con quello retributivo, che determina l’assegno pensionistico sulla base dello stipendio percepito immediatamente prima del pensionamento, momento in cui il lavoratore è di fatto all’apice della propria carriera e, dunque, tendenzialmente riceve uno stipendio più elevato.

6. Isopensione

È la possibilità di avere un anticipo fino a un massimo di 4 anni, che fino al 2023 salgono a 7, con costi e contributi figurativi a carico delle aziende.

Si tratta del cosiddetto esodo dei lavo­ratori anziani, introdotto dalla ri­forma Fornero, che può essere uti­lizzato solo da aziende che occupano mediamente più di 15 dipendenti, a seguito di un accordo raggiunto tra azienda, INPS e sindacati dei lavoratori.

7. Contratti di espansione

Per tutto il 2023, si potrà anticipare la pensione di 5 anni grazie a contratti siglati dalla propria azienda e finalizzati a promuovere il ricambio generazionale, assumendo giovani a fronte dell’uscita anticipata dei lavoratori più anziani. 

In questo caso, i requisiti per andare in pensione passano a:

  • 37 anni e 10 per gli uomini;
  • 36 anni e 10 mesi per le donne.

In alternativa, sono sufficienti 62 anni di età e 20 di contributi. Questa opportunità riguarda le imprese con più di 50 dipendenti.

Fondo Telemaco: come funziona la RITA?

Gli iscritti a un fondo pensione negoziale come Telemaco, oltre alle possibilità finora elencate, hanno un’opportunità in più per anticipare il ritiro dal mondo del lavoro. 

Parliamo della RITA, la rendita integrativa temporanea anticipata.

In particolare, la RITA consente di affrontare finanziariamente un periodo di inoccupazione in prossimità dell’età pensionabile.

Per accedervi occorre essere in possesso di specifici requisiti legati alla permanenza nel fondo pensione e al periodo che intercorre tra la richiesta della prestazione e il raggiungimento dell’età anagrafica per la pensione di vecchiaia. In particolare:

  • adesione al fondo pensione da almeno 5 anni, che possono essere ridotti a 3 in alcuni casi specifici previsti dallo Statuto;
  • cessazione dell’attività lavorativa;
  • raggiungimento dell’età anagrafica per la pensione di vecchiaia entro i 5 anni successivi alla richiesta;
  • maturazione del requisito contributivo complessivo nei regimi obbligatori di appartenenza di almeno 20 anni.

La RITA può essere richiesta, inoltre, se sono presenti i seguenti requisiti:

  • adesione al fondo pensione da almeno 5 anni, che possono essere ridotti a 3 in alcuni casi specifici previsti dallo Statuto;
  • inoccupazione, successiva alla cessazione dell’attività lavorativa, per un periodo di tempo superiore a 24 mesi;
  • raggiungimento dell’età anagrafica per la pensione di vecchiaia entro i 10 anni successivi.

Fondo Telemaco eroga la RITA in rate trimestrali, determinate sulla base della parte di capitale accumulato che viene richiesta e sul periodo di erogazione, che ricordiamo andare dal momento della richiesta fino al raggiungimento dell’età pensionabile.

Leggi anche il nostro approfondimento Cos’è la Rendita integrativa temporanea anticipata (RITA)

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